The tipping points of social inequality
by Nicole Piri (2006) Liceo Sesto Properzio, Assisi/Italy on 2024-06-09



An Italian version is provided beneath the English one.
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The tipping points of social inequality

The term "inequality" refers to all the differences in the possession of resources that generate different life opportunities. Certainly, this phenomenon already existed in ancient civilizations: the Athenians, for instance, did not consider women, slaves and foreigners as citizens. 

History provides many examples. We know, in fact, that the agrarian revolution and the industrial revolution contributed to accelerate social inequality. The agrarian revolution started around 1700 in England and led to the process of privatization of public lands by the landowners. In this way the farmers became workers under their new employers in order to survive. The industrial revolution began in England in the late 1700 and marked these inequalities even more.

The introduction of new machines imposed a new discipline: work had to be done in a factory. This, however, imposed very burdensome working conditions and favoured the exploitation of women and children. 

Even today, as then, inequalities are evident, but today we know that there is not only a single type of inequality: income, geographic location, gender, age, ethnicity, disability, sexual orientation, social class and religion are the main ones. The causes can be found in globalization, technological change, political reforms. Moreover, the market economy, by concentrating wealth in the hands of a small minority, an elite, ends up contradicting the concept of democracy. Inherited wealth, i.e. all assets inherited from generation to generation in the same dynasty, slows down social mobility and accentuates economic inequalities. 

An important contribution comes from the Agenda 2030, which has as its tenth goal "Reducing inequalities within and among countries". Goal 10 calls for social inclusion of poor countries, equal opportunities, orderly and safe migration, better representation and 40% income growth.

In order to achieve a serious redistribution of wealth between and within countries, a greater willingness to cooperate nationally and internationally is required. However, it is essential that individuals put pressure on politicians to create a fairer society, supporting small and medium-sized enterprises, increasing the representation of minorities, combating racism and homophobia, ensuring fairness in the workplace, but above all educating the new generations to respect and see diversity as an added value, in order to aspire to universal equality.

 

I punti cruciali della disuguaglianza sociale

Il termine "disuguaglianza" si riferisce a tutte quelle differenze nel possesso di risorse che generano diverse opportunità di vita.  Sicuramente questo fenomeno esisteva già presso le antiche civiltà: gli Ateniesi, ad esempio, non consideravano le donne, gli schiavi e gli stranieri come dei cittadini. 

La storia fornisce molti esempi. Sappiamo, infatti, che la rivoluzione agraria e la rivoluzione industriale hanno contribuito ad accelerare la disuguaglianza sociale. La rivoluzione agraria cominciò in Inghilterra intorno al 1700, e portò alla privatizzazione delle terre. In tal modo gli agricoltori diventarono i lavoratori dei grandi proprietari terrieri e furono costretti a lavorare per loro per sopravvivere. La rivoluzione industriale cominciò in Inghilterra alla fine del 700 e segnò queste differenze ancora di più.

La scoperta di nuove macchine impose una nuova disciplina: il lavoro doveva essere fatto in fabbrica; questo però impose condizioni di lavoro molto gravose e favorì lo sfruttamento di donne e bambini. 

Anche oggi, come allora, le disuguaglianze sono evidenti; ma oggi sappiamo che non esiste un solo tipo di disuguaglianza: reddito, posizione geografica, genere, età, etnia, disabilità, orientamento sessuale, classe sociale e religione sono le principali, mentre le cause possono essere ricercate nella globalizzazione, nei cambiamenti tecnologici, nelle riforme politiche. L’economia di mercato, inoltre, concentrando la ricchezza nelle mani di una minoranza, un’élite, finisce con il contraddire il concetto di democrazia. La “ricchezza ereditata”, cioè tutti i beni ereditati di generazione in generazione nella stessa dinastia, rallenta la mobilità sociale e accentua le disuguaglianze economiche. 

Un contributo importante viene dall`agenda 2030, che ha come decimo obiettivo “Ridurre le disuguaglianze all`interno e tra i paesi”. L’obiettivo 10 chiede l`inclusione sociale dei paesi poveri, pari opportunità, una migrazione ordinata e sicura, una migliore rappresentanza e una crescita del reddito del 40%. Per ottenere una seria ridistribuzione della  ricchezza tra Paesi e all`interno dei singoli Stati, è necessaria una  maggiore volontà di cooperazione nazionale e internazionale; tuttavia, è  essenziale che gli individui facciano pressione sui politici per creare una  società più equa, sostenendo le piccole e medie imprese, aumentando  la rappresentanza delle minoranze, combattendo il razzismo e l`omofobia, garantendo l`equità sul posto di lavoro, ma soprattutto educando le nuove generazioni al rispetto e a vedere la diversità come  un valore aggiunto, per aspirare all`uguaglianza a livello  universale.