Fino a che punto può arrivare una protesta
by Francesca Cappelletti (2006) Liceo Sesto Properzio, Assisi/Italy on 2024-06-10
An English version is provided beneath the Italian one.
Image: Eugène Delacroix, La Liberté guidant le peuple, 1830
Fino a che punto può arrivare una protesta?
Le proteste sono metodi immediati ed estremi per combattere e dare voce a richieste ingiustamente ignorate. Nel corso dei secoli ce ne sono state molte, per ragioni politiche e sociali, e continuano ancora oggi, nonostante la maggiore libertà di cui gode la maggior parte dei cittadini. Anche se le cause possono essere cambiate, oggi lottiamo ancora per i nostri diritti come in passato.
Solo per fare un esempio, la Rivoluzione francese mirava a riconoscere e affermare i diritti delle classi sociali più deboli contro il potere assoluto. Oggi c’è ancora molta gente che lotta per i diritti. È qualcosa che dovrebbe coinvolgere tutti, senza distinzione. Qualche anno fa c`è stata una protesta guidata dallo slogan "Black Lives Matter", nato dopo l`uccisione, da parte della polizia, di un ragazzo nero che aveva commesso un crimine. L`indignazione deriva proprio dal sapere che questo ragazzo, mentre chiedeva aiuto perché non riusciva a respirare, non era stato aiutato da nessuno e anzi veniva ucciso senza compassione dai poliziotti. Un altro esempio si è verificato in Italia, dove donne di tutte le età si sono recentemente riunite per dare voce a Giulia Cecchettin, vittima di femminicidio.
Ogni protesta si sviluppa in fasi graduali, una fase iniziale in cui le prime voci iniziano ad essere ascoltate, una seconda in cui si creano massa, rumore e sensazione, seguita da una terza in cui si arriva al punto cruciale. Questo è il momento in cui o la protesta viene accettata e i problemi vengono risolti, oppure viene repressa con la violenza innescando così una fase successiva, più estrema. Un esempio recente riguarda le donne che si battono per il diritto all`aborto, protesta che, da alcuni anni, è diventata intercontinentale e che unisce donne di molti paesi avanzati. La tenacia delle donne nel farsi sentire, tuttavia, non è ancora servita molto: alcuni paesi hanno ottenuto la legge che le protegge, altri hanno semplicemente cercato di ignorare la richiesta.
Ho sempre creduto che il confronto verbale sia il più efficace. Qui però non stiamo parlando di problemi semplici, ma di problemi che affliggono la società da secoli e che richiedono soluzioni, come il cambiamento climatico, i diritti o il femminicidio.
Fino a che punto può arrivare una protesta? I limiti del confronto verbale non dovrebbero essere superati, ma capisco coloro che ricorrono ad atti estremi, spinti dalla disperazione quando un governo sottovaluta o ignora i diritti fondamentali.
How far can a protest go?
Protests are immediate and extreme ways to fight and give voice to our claims, if they have been unjustly ignored. Over the centuries there have been many, for political and social reasons, and they continue even today, despite the greater freedom that most citizens enjoy. Even if the causes may have changed, today we still fight for our rights, as we did in the past.
Just to give an example, the French Revolution was aimed at recognizing and affirming the rights of the weaker social classes against absolute power. Today there are still many protests where people fight for their rights. It is something that should involve everyone, without distinction. A few years ago, there was a protest accompanied by the slogan "Black Lives Matter". It started after the American police killed a black man who had committed a crime. Indignation came from the awareness that the man asked for help because he could not breathe, but he was not helped by anyone and was killed without compassion by the cops. Another example occurred in Italy, where women of all ages have recently gathered to give voice to Giulia Cecchettin, victim of feminicide.
Protests develop in gradual stages, an initial phase in which the first voices are heard, a second in which noise and sensation are created, followed by a third one in which the crucial point is reached. This is the moment when either the protest is accepted and the problems are solved, or it is repressed with violence, triggering a more extreme subsequent phase.
A recent example concerns women who are fighting for abortion rights, which for some years has become an intercontinental protest, which unites women from many of the developed countries. Women’s tenacity in making themselves heard, however, has not served this purpose: some countries have granted specific laws in favour of abortion while others have simply ignored the request.
I have always believed that verbal confrontation is the best way to solve a problem. Here we are not talking about simple problems, though, but about issues that have been affecting society for centuries: climate change, rights, feminicide.
So, how far can a protest go? The limits of verbal confrontation should not be overcome, but I understand those who resort to extreme acts, driven by desperation when a government underestimates or ignores its people’s basic rights.