Cara Lodemann
Gisela-Gymnasium, München/Germany (2001) on 2021-01-11

I find, that your text is very inspiring and it gives so much hope and convidence, during this kind of time. I really liked the sentence, where you say that "we can see the yellow of the lemons through a badly locked door." It says that at the end, it will getting better. I agree with you, that this time isn't only bad, and i also think during a time like this, we learn to appreciate the little things and moments again, because these are the important things which make us happy.

Ferdinand Putz
Gisela-Gymnasium, München/Germany (2002) on 2020-06-23

Dear Chiara, what a nice text! I also think, that the isolation made the society to think about the things, that they always took for granted, and it showed, how fast that can change. I also like the idea of comparing the freshness of life with the freshness of lemons, but maybe you can describe the point of the lemons with reference to the isolation a little bit more because I liked the parts with the lemons very much :) Best regards, Ferdi

C`è molto di più
by Chiara Pericoli (2004) Liceo Sesto Properzio, Assisi/Italy on 2020-06-21



The following article was originally written in Italian, during the Corona lockdown. To read the translations in English, German, French or Spanish, please, scroll down. 

The young lady from Assisi would be very happy to receive your comments. If you are a trait d’union editor, you may use the comment and discussion function next to the article. Otherwise you can send your comment to contributions@traitdunion.online. There you can also send your own ideas and contributions to this frame topic: "Corona - when disaster strikes in our lives: what young people think about the pandemic and its consequences." You can find suggestions on topics and forms of presentation here. If you discover passages in the translations for which you have found a better formulation, you are also welcome to send your suggestion to contributions@traitdunion.online. Thanks in advance!

 

C’è molto di più

Il 5 Marzo 2020 ci siamo ritrovati tutti a casa travolti da un’ondata di buio, incertezza, paura, confusione e dubbio, perché francamente nessuno riusciva a mettere a fuoco la situazione e a comprendere cosa davvero fosse questo nuovo nemico invisibile con cui noi, la nostra nazione e tutto il resto del mondo dovevamo iniziare a fare i conti.

Sapevamo qualcosa dai telegiornali, soprattutto riguardo alla situazione in Cina, ma avevamo sempre e solo osservato da lontano ciò che stava accadendo, come degli spettatori con il timore di poter diventare protagonisti della vicenda.

Questo è successo davvero: il Corona-virus ha attaccato anche l’Italia a partire dalla fine del mese di gennaio, ma il peggio è arrivato il 10 Marzo, quando, visto che la situazione stava diventando sempre più grave e rischiosa, è stato ufficialmente annunciato il “lockdown”.

Nella nostra lingua questa parola significa letteralmente “isolamento” e indica un protocollo di emergenza che impedisce alle persone di muoversi da una determinata area per salvaguardarne la salute e, in taluni casi, la vita stessa.

È stato chiuso qualsiasi edificio e qualsiasi attività ad eccezione di quelle che forniscono beni di prima necessità e noi abbiamo l’obbligo di rimanere a casa.

Purtroppo questa situazione dura ormai da quasi due mesi e chiaramente tutto ciò ha avuto un forte effetto sulle nostre vite e sulle nostre abitudini quotidiane, a partire da ciò che per noi giovani regola il ritmo delle nostre giornate, cioè la scuola.

Ma le conseguenze di questa quarantena non sono solo la didattica a distanza o lo smart working, c’è molto di più…

È un periodo duro, questo; noioso e soprattutto molto nostalgico, perché ci manca un po’ tutto di quella vita che adesso sembra così lontana, però, come si dice di solito, “non tutti i mali vengon per nuocere”, o almeno non del tutto, aggiungerei io!

In questi giorni secondo me ci è dato il tempo di riflettere su noi stessi, su chi ci circonda, su chi siamo, su cosa abbiamo, su come vediamo il mondo.

Attingendo da una delle più famose e belle poesie di Eugenio Montale, ovvero “I Limoni”, mi viene da dire che non siamo più “i poeti laureati che si muovono soltanto fra le piante dai nomi poco usati”, perché non abbiamo più i “bossi ligustri o gli acanti”, ci restano solo le piccole cose che, anche se non lo sappiamo, sono la parte di ricchezza di noi, povere e umili persone.

Queste piccole cose sono l’ODORE DEI LIMONI, che non sa staccarsi da terra ed è sempre con noi: bisogna solo prestare attenzione e cercare di percepirlo perché porta con sé una dolcezza inquieta.

Quanto sono belle le piccole cose, quanto sono preziose, quanto sono piccole...Sarà per questo che ci sfuggono sempre...Eppure sono così forti!

I raggi del sole che cadono luminosi e tiepidi sul prato e si intrecciano dolcemente con i fili d’erba che risplendono, un uccellino che si posa sul davanzale, la serenità e la fortuna di avere la mia famiglia lí con me, il ricordo vivo e gioioso dei miei amici che mi mancano tanto, stare all’aria aperta, mamma che mi dice “Per me sei la più bella”, papà che torna dal lavoro, sorride e ci abbraccia; sognare ad occhi aperti, una lacrima che scende al pensiero di una persona lontana, fare una torta con nonna o giocare a carte con nonno che si annoia, guardare un film insieme la sera, cantare.

Questo è l’odore dei limoni, i miei limoni sono LA VITA, che è così piena, che è così fresca.

È vero, in questo periodo difficile “l’azzurro del cielo si mostra soltanto a pezzi, in alto, tra le cimase, la pioggia stanca la terra, s’affolta il tedio dell’inverno sulle case e la luce si fa avara - amara l’anima”, come direbbe il nostro poeta, perché veniamo rapiti dalla mancanza.

Anche a me mancano tante cose: per esempio andare a mangiare sempre nello stesso ristorante tutti i venerdì sera con i miei migliori amici e poi andare a vedere un film a casa di qualcuno, mi mancano i miei nonni paterni che vivono a Bevagna, mi mancano addirittura i banchi di scuola… Chi l’avrebbe mai detto?! Eppure è così: mi manca una parola di conforto dalla mia compagna di banco, chiederci nel panico se la prof interrogherà, litigare per trovare i volontari e poi mi manca ridere con i miei compagni, che alla fine è quello che ci aiuta a superare le giornate più grigie e pesanti.

Subentrano la tristezza, la nostalgia, l’amara consapevolezza che non possiamo fare altro che attenerci alle regole e sperare che tutto finisca al più presto, MA C’È MOLTO DI PIÙ perché “Da un malchiuso portone tra gli alberi di una corte ci si mostrano I GIALLI DEI LIMONI”.

Ed è proprio allora che “il gelo del cuore si sfa, e in petto ci scrosciano le loro canzoni le loro trombe d’oro della solarità”, perché ci aggrappiamo forte a tutte quelle cose che ho nominato prima, che ci riempiono il cuore di gioia, che ci fanno stare bene e che fanno “tacere la guerra”!

Senza dubbio torneremo alla normalità, torneremo a muoverci tra i bossi ligustri e gli acanti, non vediamo l’ora, però se devo dirla tutta, io amo l’odore dei limoni, è il mio preferito: impariamo a non metterlo da parte e a sentirlo, SEMPRE!

 

There is much more

On March 5, 2020 we all found ourselves at home swept away by a wave of darkness, uncertainty, fear, confusion and doubt, because frankly no one could focus on the situation and understand what this new invisible enemy really was and what we, our nation and the rest of the world had to start dealing with.

We knew something from the news, especially about the situation in China, but we had only ever watched from afar what was happening, like spectators fearing that we might become protagonists in the story.

This really happened: the Corona-virus also attacked Italy from the end of January, but the worst came on March 10, when, as the situation was becoming more and more serious and risky, the "lockdown" was officially announced.

In our language this word literally means "isolation" and indicates an emergency protocol that prevents people from moving from a certain area to safeguard their health and, in some cases, life itself.

Any building and any activity except those providing basic necessities has been locked down and we have an obligation to stay at home.

Unfortunately, this situation has now lasted for almost two months and clearly all this has had a strong effect on our lives and our daily habits, starting with what for us young people regulates the pace of our days, namely school.

But the consequences of this quarantine are not only distance learning or smart working, there is much more...

It’s a hard time, this one; boring and above all very nostalgic, because we miss a little of that life that now seems so far away, but, as they usually say, "not all evil comes to harm", or at least not entirely, I would add!

These days, in my opinion, we are given time to reflect on ourselves, on those around us, on who we are, on what we have, on how we see the world.

Drawing from one of Eugenio Montale’s most famous and beautiful poems, "I Limoni" (The Lemons), I have to say that we are no longer "graduated poets who move only among the plants with little used names", because we no longer have "Ligurian boxwood or acanthus", we are left with only the little things that, even if we don’t know it, are the wealthy part of us, poor and humble people.

These little things are the ODOR OF THE LEMONS, which does not know how to detach itself from the ground and is always with us: we just have to pay attention and try to perceive it because it brings with it a restless sweetness.

How beautiful the little things are, how precious they are, how small they are... That is why they always escape us... Yet they are so strong!

The rays of the sun that fall bright and warm on the lawn and intertwine gently with the blades of grass that shine, a little bird that rests on the windowsill, the serenity and good fortune to have my family there with me, the living and joyful memory of my friends that I miss so much, being in the open air, Mom who says "For me you are the most beautiful", Dad who comes home from work, smiles and hugs us; daydreaming, a tear coming down at the thought of a distant person, making a cake with grandma or playing cards with grandpa who is bored, watching a movie together in the evening, singing.

This is the smell of lemons, my lemons are LIFE, which is so full, which is so fresh.

It’s true, in this difficult period "the blue of the sky only shows itself in pieces, high up among the selvedges, the rain makes the earth tired, the tedium of winter is crowded over the houses and the light becomes stale - bitter the soul", as our poet would say, because we are kidnapped by the lack.

I miss a lot of things too: for example going to eat in the same restaurant every Friday night with my best friends and then going to see a movie at someone’s house, I miss my paternal grandparents who live in Bevagna, I even miss the school desks... Who would have ever thought?! And yet that’s how it is: I miss a word of comfort from my classmate, asking us in panic if the teacher will question her, fighting to find volunteers and then I miss laughing with my classmates, which in the end is what helps us get through the greyest and heaviest days.

Sadness, nostalgia, and the bitter awareness that we can’t do anything but stick to the rules and hope that everything will end as soon as possible, BUT THERE IS MUCH MORE because "From a poorly closed door among the trees of a court we can see THE YELLOWS OF THE LEMONS".

And it is precisely then that "the frost of the heart melts away, and in our chests their songs roar their golden trumpets of sunshine", because we cling tightly to all those things that I mentioned before, that fill our hearts with joy, that make us feel good and that "silence the war"!

No doubt we will return to normality, we will return to move among the Ligurian boxwood and acanthus, we can’t wait, but if I have to say it all, I love the smell of lemons, it is my favourite: let’s learn not to put it aside and to feel it, ALWAYS!

 

Es gibt noch viel mehr

Am 5. März 2020 wurden wir alle zu Hause von einer Welle der Dunkelheit, der Ungewissheit, der Angst, der Verwirrung und der Zweifel mitgerissen, denn offen gesagt, konnte sich niemand auf die Situation einstellen und verstehen, was dieser neue unsichtbare Feind wirklich war und womit wir, unsere Nation und der Rest der Welt beginnen mussten.

Wir wussten etwas aus den Nachrichten, vor allem über die Situation in China, aber wir hatten immer nur aus der Ferne beobachtet, was passierte, wie Zuschauer, die befürchteten, dass wir zu Protagonisten der Geschichte werden könnten.

Dies geschah wirklich: Das Corona-Virus griff ab Ende Januar auch Italien an, aber das Schlimmste kam am 10. März, als, da die Situation immer ernster und riskanter wurde, die „Abriegelung" offiziell verkündet wurde.

In unserer Sprache bedeutet dieses Wort wörtlich „Isolation" und bezeichnet ein Notfallprotokoll, das Menschen daran hindert, sich aus einem bestimmten Gebiet zu bewegen, um ihre Gesundheit und in einigen Fällen das Leben selbst zu schützen.

Jedes Gebäude und jede Aktivität mit Ausnahme derjenigen, die die Grundversorgung sicherstellen, wurde abgeriegelt, und wir sind verpflichtet, zu Hause zu bleiben.

Leider dauert diese Situation nun schon seit fast zwei Monaten an, und es ist klar, dass sich all dies stark auf unser Leben und unsere täglichen Gewohnheiten ausgewirkt hat, angefangen bei dem, was für uns junge Menschen das Tempo unserer Tage bestimmt, nämlich die Schule.

Aber die Folgen dieser Quarantäne sind nicht nur Fernunterricht oder intelligentes Arbeiten, es gibt noch viel mehr...

Es ist eine schwere Zeit, diese hier; langweilig und vor allem sehr nostalgisch, weil wir ein wenig von diesem Leben vermissen, das jetzt so weit weg scheint, aber, wie man gewöhnlich sagt, „nicht alles Böse kommt zu Schaden", oder zumindest nicht ganz, wie ich hinzufügen möchte!

In diesen Tagen wird uns meiner Meinung nach Zeit gegeben, über uns selbst nachzudenken, über die Menschen um uns herum, darüber, wer wir sind, was wir haben und wie wir die Welt sehen.

Ausgehend von einem der berühmtesten und schönsten Gedichte von Eugenio Montale, „I Limoni" (Die Zitronen), muss ich sagen, dass wir nicht mehr „diplomierte Dichter sind, die sich nur zwischen den Pflanzen mit wenig gebrauchten Namen bewegen", denn wir haben keinen „ligurischen Buchsbaum oder Akanthus" mehr, uns bleiben nur noch die kleinen Dinge, die, auch wenn wir es nicht wissen, der von uns, den armen und bescheidenen Menschen, wohlhabende Teil sind.

Diese kleinen Dinge sind der ZITRONENÜBERGANG, der sich nicht vom Boden lösen kann und immer bei uns ist: Wir müssen nur aufpassen und versuchen, ihn wahrzunehmen, denn er bringt eine unruhige Süße mit sich.

Wie schön die kleinen Dinge sind, wie kostbar sie sind, wie klein sie sind... Deshalb entkommen sie uns immer... Und doch sind sie so stark!

Die Sonnenstrahlen, die hell und warm auf den Rasen fallen und sich sanft mit den glänzenden Grashalmen verflechten, ein kleiner Vogel, der sich auf der Fensterbank ausruht, die Gelassenheit und das Glück, meine Familie bei mir zu haben, die lebendige und freudige Erinnerung an meine Freunde, die ich so sehr vermisse, an der frischen Luft zu sein, Mama, die sagt: „Für mich bist du die Schönste", Papa, der von der Arbeit nach Hause kommt, lächelt und uns umarmt; Tagträumen, eine Träne, die bei dem Gedanken an eine entfernte Person herunterläuft, mit der Oma einen Kuchen backen oder mit dem gelangweilten Opa Karten spielen, abends gemeinsam einen Film sehen, singen.

Das ist der Duft von Zitronen, meine Zitronen sind das LEBEN, das so voll ist, das so frisch ist.

Es ist wahr, in dieser schwierigen Zeit „zeigt sich das Blau des Himmels nur in Stücken, hoch oben zwischen den Webkanten, der Regen macht die Erde müde, die Langeweile des Winters drängt sich über die Häuser und das Licht wird schal - bitter für die Seele", wie unser Dichter sagen würde, denn wir werden vom Mangel entführt.

Ich vermisse auch viele Dinge: z.B. jeden Freitagabend mit meinen besten Freunden im selben Restaurant essen zu gehen und dann bei jemandem zu Hause einen Film zu sehen, ich vermisse meine Großeltern väterlicherseits, die in Bevagna leben, ich vermisse sogar die Schulbänke... Wer hätte das gedacht? Und doch ist es so: Ich vermisse ein Wort des Trostes von meiner Klassenkameradin, die uns in Panik fragt, ob die Lehrerin sie ausfragen wird, die darum kämpft, Freiwillige zu finden, und dann vermisse ich es, mit meinen Klassenkameraden zu lachen, was uns letztlich hilft, die grauesten und schwersten Tage zu überstehen.

Traurigkeit, Nostalgie und das bittere Bewusstsein, dass wir nichts anderes tun können, als uns an die Regeln zu halten und zu hoffen, dass alles so schnell wie möglich endet, ABER ES IST VIEL MEHR, denn „Von einer schlecht verschlossenen Tür zwischen den Bäumen eines Gerichts können wir DAS GELBE DER ZITRONEN sehen".

Und genau dann „schmilzt der Frost des Herzens dahin, und in unserer Brust brüllen ihre Lieder, ihre goldenen Trompeten des Sonnenscheins", denn wir klammern uns fest an all die Dinge, die ich vorhin erwähnt habe, die unsere Herzen mit Freude erfüllen, die uns ein gutes Gefühl geben und die „den Krieg zum Schweigen bringen"!

Zweifellos werden wir zur Normalität zurückkehren, wir werden zurückkehren, um uns zwischen ligurischem Buchsbaum und Akanthus zu bewegen, wir können es kaum erwarten, aber wenn ich das alles sagen muss, ich liebe den Zitronenduft, es ist mein Lieblingsduft: lernen wir, ihn nicht beiseite zu legen und ihn zu spüren, IMMER!

 

Il y a beaucoup plus

Le 5 mars 2020, nous nous sommes tous retrouvés chez nous, emportés par une vague d’obscurité, d’incertitude, de peur, de confusion et de doute, car franchement, personne ne pouvait se concentrer sur la situation et comprendre ce qu’était réellement ce nouvel ennemi invisible et ce à quoi nous, notre nation et le reste du monde devions commencer à faire face.

Nous savions quelque chose des nouvelles, surtout de la situation en Chine, mais nous n’avions jamais regardé de loin ce qui se passait, comme des spectateurs craignant de devenir les protagonistes de l’histoire.

Cela s’est réellement produit : le virus Corona a également attaqué l’Italie à partir de la fin janvier, mais le pire s’est produit le 10 mars, lorsque, la situation devenant de plus en plus grave et risquée, le « lockdown » a été officiellement annoncé.

Dans notre langue, ce mot signifie littéralement « isolement » et désigne un protocole d’urgence qui empêche les gens de quitter une certaine zone pour préserver leur santé et, dans certains cas, la vie elle-même.

Tout bâtiment et toute activité, à l’exception de ceux qui fournissent des produits de première nécessité, ont été verrouillés et nous avons l’obligation de rester chez nous.

Malheureusement, cette situation dure maintenant depuis près de deux mois et il est clair que tout cela a eu un effet important sur nos vies et nos habitudes quotidiennes, à commencer par ce qui, pour nous les jeunes, régule le rythme de nos journées, à savoir l’école.

Mais les conséquences de cette quarantaine ne sont pas seulement l’apprentissage à distance ou le travail intelligent, il y a beaucoup plus...

C’est un moment difficile, celui-ci ; ennuyeux et surtout très nostalgique, parce qu’il nous manque un peu de cette vie qui semble maintenant si lointaine, mais, comme on dit habituellement, « tout le mal ne fait pas de mal », ou du moins pas entièrement, ajouterais-je !

Ces jours-ci, à mon avis, on nous donne le temps de réfléchir sur nous-mêmes, sur ceux qui nous entourent, sur qui nous sommes, sur ce que nous avons, sur la façon dont nous voyons le monde.

En m’inspirant d’un des poèmes les plus célèbres et les plus beaux d’Eugenio Montale, « I Limoni » (Les Citrons), je dois dire que nous ne sommes plus des « poètes diplômés qui ne se déplacent que parmi les plantes aux noms peu usités », car nous n’avons plus de « buis ligurien ou d’acanthe », il ne nous reste que les petites choses qui, même si nous ne le savons pas, sont la partie riche de nous, les pauvres et les humbles.

Ces petites choses sont l’ODEUR DES CITRONS, qui ne sait pas se détacher du sol et qui est toujours avec nous : il suffit de faire attention et d’essayer de la percevoir parce qu’elle apporte avec elle une douceur agitée.

Comme les petites choses sont belles, comme elles sont précieuses, comme elles sont petites... C’est pourquoi elles nous échappent toujours... Pourtant, elles sont si fortes !

Les rayons du soleil qui tombent sur la pelouse et se mêlent doucement aux brins d’herbe qui brillent, un petit oiseau qui se repose sur le rebord de la fenêtre, la sérénité et la chance d’avoir ma famille à mes côtés, le souvenir vivant et joyeux de mes amis qui me manquent tant, être en plein air, maman qui dit « Pour moi tu es la plus belle », papa qui rentre du travail, nous sourit et nous embrasse ; rêverie, une larme à la pensée d’une personne distante, faire un gâteau avec grand-mère ou jouer aux cartes avec grand-père qui s’ennuie, regarder un film ensemble le soir, chanter.

C’est l’odeur des citrons, mes citrons sont la VIE, qui est si pleine, qui est si fraîche.

Il est vrai qu’en cette période difficile, « le bleu du ciel ne se montre qu’en morceaux, tout en haut parmi les lisières, la pluie use la terre, l’ennui hivernal des maisons s’entasse et la lumière devient avare - amère l’âme », comme dirait notre poète, car nous sommes kidnappés par le manque.

Beaucoup de choses me manquent aussi : par exemple aller manger dans le même restaurant tous les vendredis soir avec mes meilleurs amis et ensuite aller voir un film chez quelqu’un, mes grands-parents paternels qui vivent à Bevagna me manquent, les pupitres de l’école me manquent même... Qui l’eût cru ! Et pourtant, c’est comme ça : je manque un mot de réconfort de ma camarade de classe, nous demandant en panique si le professeur va l’interroger, me battant pour trouver des volontaires et puis je manque de rire avec mes camarades de classe, ce qui en fin de compte nous aide à passer les jours les plus gris et les plus lourds.

La tristesse, la nostalgie, et la conscience amère que nous ne pouvons rien faire d’autre que de nous en tenir aux règles et d’espérer que tout va s’arrêter le plus vite possible, MAIS IL Y A PLUS parce que « d’une porte mal fermée parmi les arbres d’une cour, on peut voir LE JAUNE DES CITRONS ».

Et c’est précisément à ce moment-là que « le gel du cœur se dissipe, et que dans nos poitrines retentissent leurs chants et leurs trompettes dorées de soleil », parce que nous nous accrochons à toutes ces choses que j’ai mentionnées précédemment, qui remplissent nos cœurs de joie, qui nous font du bien et qui « font taire la guerre » !

Sans aucun doute que nous reviendrons à la normalité, nous reviendrons nous déplacer parmi les buis et les acanthes de Ligurie, nous ne pouvons pas attendre, mais si je dois tout dire, j’aime l’odeur des citrons, c’est ma préférée : apprenons à ne pas la mettre de côté et à la sentir, TOUJOURS !

 

Hay mucho más

El 5 de marzo de 2020 todos nos encontramos en casa arrastrados por una ola de oscuridad, incertidumbre, miedo, confusión y duda, porque francamente nadie podía centrarse en la situación y entender lo que este nuevo enemigo invisible era realmente y con lo que nosotros, nuestra nación y el resto del mundo teníamos que empezar a lidiar.

Sabíamos algo de las noticias, especialmente sobre la situación en China, pero sólo habíamos visto desde lejos lo que estaba pasando, como espectadores temiendo que nos convirtiéramos en protagonistas de la historia.

Esto sucedió realmente: el virus de la Corona también atacó a Italia desde finales de enero, pero lo peor llegó el 10 de marzo, cuando, como la situación era cada vez más grave y arriesgada, se anunció oficialmente el "cierre".

En nuestro idioma esta palabra significa literalmente "aislamiento" e indica un protocolo de emergencia que impide a las personas desplazarse desde una determinada zona para salvaguardar su salud y, en algunos casos, la vida misma.

Cualquier edificio y cualquier actividad, excepto las que proveen necesidades básicas, ha sido cerrado y tenemos la obligación de permanecer en casa.

Lamentablemente, esta situación ha durado ya casi dos meses y es evidente que todo esto ha tenido un fuerte efecto en nuestra vida y nuestros hábitos diarios, empezando por lo que para nosotros los jóvenes regula el ritmo de nuestros días, a saber, la escuela.

Pero las consecuencias de esta cuarentena no son sólo el aprendizaje a distancia o el trabajo inteligente...

Es un momento difícil, éste; aburrido y sobre todo muy nostálgico, porque echamos de menos un poco de esa vida que ahora parece tan lejana, pero, como se suele decir, "no todo el mal viene a parar al mal", o al menos no del todo, ¡añadiría yo!

En estos días, en mi opinión, se nos da tiempo para reflexionar sobre nosotros mismos, sobre los que nos rodean, sobre quiénes somos, sobre lo que tenemos, sobre cómo vemos el mundo.

Basándome en uno de los más famosos y bellos poemas de Eugenio Montale, "I Limoni" (Los limones), tengo que decir que ya no somos "poetas graduados que se mueven sólo entre las plantas con nombres poco usados", porque ya no tenemos "boj de Liguria o acanto", nos quedamos sólo con las pequeñas cosas que, aunque no lo sepamos, son la parte rica de nosotros, la gente pobre y humilde.

Estas pequeñas cosas son el OLOR DE LOS LIMONES, que no sabe desprenderse del suelo y está siempre con nosotros: sólo tenemos que prestar atención y tratar de percibirlo porque trae consigo una dulzura inquieta.

Qué hermosas son las pequeñas cosas, qué preciosas son, qué pequeñas son... Por eso siempre se nos escapan... ¡Pero son tan fuertes!

Los rayos del sol que caen brillantes y cálidos sobre el césped y se entrelazan suavemente con las briznas de hierba que brillan, un pajarito que descansa en el alféizar de la ventana, la serenidad y la buena fortuna de tener a mi familia allí conmigo, el recuerdo vivo y alegre de mis amigos que tanto extraño, estar al aire libre, mamá que dice "Para mí eres la más bella", papá que llega a casa del trabajo, sonríe y nos abraza; soñar despierto, una lágrima al pensar en una persona distante, hacer un pastel con la abuela o jugar a las cartas con el abuelo que está aburrido, ver una película juntos por la noche, cantar.

Este es el olor de los limones, mis limones son la VIDA, que está tan llena, que es tan fresca.

Es cierto que en este difícil período "el azul del cielo sólo se muestra en pedazos, en lo alto de las cimas, la lluvia desgasta la tierra, el tedio invernal de las casas se agolpa y la luz se vuelve tacaña - amarga el alma", como diría nuestro poeta, porque estamos secuestrados por la falta.

Yo también extraño muchas cosas: por ejemplo ir a comer al mismo restaurante todos los viernes por la noche con mis mejores amigos y luego ir a ver una película a la casa de alguien, extraño a mis abuelos paternos que viven en Bevagna, incluso extraño los pupitres de la escuela... ¡¿Quién lo hubiera pensado?! Y sin embargo, así es como es: echo de menos una palabra de consuelo de mi compañera de clase, preguntándonos con pánico si la profesora la interrogará, luchando por encontrar voluntarios y luego echo de menos reír con mis compañeros, que al final es lo que nos ayuda a pasar los días más grises y pesados.

La tristeza, la nostalgia y la amarga conciencia de que no podemos hacer otra cosa que atenernos a las reglas y esperar que todo termine lo antes posible, PERO HAY MUCHO MÁS porque "Desde una puerta mal cerrada entre los árboles de una corte podemos ver EL AMARILLO DE LOS LIMONES".

Y es precisamente entonces cuando "la escarcha del corazón se desvanece, y en nuestros pechos sus canciones rugen sus trompetas doradas de sol", porque nos aferramos con fuerza a todas esas cosas que mencioné antes, que llenan nuestros corazones de alegría, que nos hacen sentir bien y que "silencian la guerra"!

Sin duda volveremos a la normalidad, volveremos a movernos entre el boj de Liguria y el acanto, no podemos esperar, pero si tengo que decirlo todo, me encanta el olor de los limones, es mi favorito: aprendamos a no dejarlo de lado y a sentirlo, ¡SIEMPRE!