2020
by Martina Orsolino (2005) Liceo Sesto Properzio, Assisi/Italy on 2020-06-29
The following article was originally written in Italian, during the Corona lockdown. To read the translations in English, German, French or Spanish, please, scroll down.
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The picture was created by Kristina Flour (on unsplash.com / license free)
2020
2020: credevo fosse il mio anno invece mi ritrovo a sprecare i momenti più belli della mia adolescenza nella mia cameretta scura e silenziosa. Ogni mattina fino a qualche mese fa mi svegliavo con le grida di mia madre che insistentemente mi ordinava di alzarmi, che era tardi e che avrei perso l`autobus ed io, senza curarmi troppo della sua voce, mi giravo nel letto e tornavo a dormire.
Ora mi sveglio tutte le mattine con quella noiosa suoneria delle sveglie Samsung che mi fa alzare subito con il piede sbagliato e per non sentire durante la giornata altri “suoni dolenti” applico immediatamente il silenzioso. Apro le finestre e sento il cinguettio degli uccellini che un po` mi tira su il morale e mi dà la forza di affrontare la giornata con il sorriso, ma non appena dal cielo azzurro abbasso lo sguardo vedo il mio vicino che, rozzo come al solito, che scarica dal furgone delle bombole e poco delicatamente le lancia nel magazzino, facendo un grandissimo trambusto; e con la sua grazia, poi, litiga ferocemente, con un tono di voce molto alto, con sua sorella, altrettanto poco delicata.
Questa scena a cui devo assistere ogni mattina, oltre ad infastidirmi molto, dopo qualche ora diventa anche noiosa e disturbante, in quanto durante le videolezioni non posso tenere le finestre aperte e far passare un po` di aria per paura che, con il microfono acceso, si possano sentire parole poco appropriate. La cosa che mi tira un po’ su il morale sono le piccole chiacchierate che facciamo con tutta la classe in videoconferenza aspettando che arrivi l`insegnante. Risentire le voci dei miei compagni mi rallegra e cerco di immaginarmeli nella classe: io e Mattia che ci voltiamo a parlare con Sofia e Giada; Giorgia che litiga con Rauco e Michele che come al solito dorme al suo posto; è difficile immaginarli solo dal suono delle loro voci ma in questo momento è l`unica cosa che posso fare.
Durante le videolezioni non mi sento per niente in classe poiché a casa non c`è nessun rumore che mi ricordi la mia aula, perché ognuno della famiglia è chiuso nella propria stanza e non si sentono quindi rumori come quelli prodotti da del tipo matite e penne che cadono, bisbigli in sottofondo, pagine del libro che vengono sfogliate; al posto del rumore del computer acceso tutte le ore, nella mia classe potevo ascoltare il respiro delle persone e qualche loro colpetto di tosse, che, sentiti ogni giorno erano entrati a far fanno parte ormai della mia routine... invece, ora, sento troppo spesso il silenzio più totale e a parlare è solo una voce dietro uno schermo che la rende anche un po` metallica, non reale:, ciò che mi rattrista e mi fa mancare anche i questi minimi dettagli della mia quotidianità precedente l’emergenza Coronavirus.
Quando arriva il momento del pranzo, sono felice solo perché posso mangiare, dato che anche il momento del pranzo è molto angosciante poiché non si parla più di cosa abbiamo fatto a scuola e di com`è andata la giornata in generale, quindi, invece che delle nostre voci, c`è sempre e solo la voce dei giornalisti in TV che parlano di questa epidemia:, sono abbastanza stanca di ciò, ho sentito così tante interviste che potrei indovinare ad occhi chiusi quale giornalista sta parlando!
Durante il mio monotono pomeriggio non faccio assolutamente niente: a volte esco a fare una passeggiata e a prendere il sole e sento il suono della natura, ad esempio il fiume che scorre lento e mi dà un senso di pace interiore: prima con il rumore delle auto non ero mai riuscita a sentirlo; oppure, il suono delle lucertole che camminano tra le piante e io mi allontano in fretta, dato che ho molta paura dei rettili.
Per iI resto della giornata faccio attività fisica all`aperto o ascolto la musica, che però durante questo periodo mi rattrista ancora di più. Io spero vivamente di poter tornare a sentire molto presto il rumore di quando cammino per strada, le grida di mia madre per farmi alzare dal letto ma, soprattutto, spero di poter presto sentire le risate dei miei amici e guardarli dritti negli occhi, per poi abbracciarli e dirgli quanto mi siano mancati.
Sembrerà strano da dire, ma mi manca moltissimo anche la scuola con il caos che c`è a ricreazione nei corridoi e con i rimproveri dei professori quando non facciamo silenzio, perché, oltre alle abitudini, anche i rumori che ormai erano entrati nella nostra mente, una volta che non li sentiamo più con la stessa frequenza, ci accorgiamo che qualcosa è cambiato.
2020
2020: I thought it was my year instead I find myself wasting the best moments of my adolescence in my dark and silent bedroom. Every morning until a few months ago I woke up with the cries of my mother who insisted that I get up, that it was late and that I would miss the bus and I, without caring too much about her voice, I would turn around in bed and go back to sleep.
Now I wake up every morning with that boring Samsung alarm clock ringer that makes me get up immediately with the wrong foot and in order not to hear other "painful sounds" during the day I immediately apply the silent one. I open the windows and hear the chirping of the birds, which cheers me up a little bit and gives me the strength to face the day with a smile, but as soon as I look down from the blue sky I see my neighbour who, rough as usual, unloads the cylinders from the van and gently throws them into the storeroom, making a big fuss; and with his grace, then, he quarrels ferociously, with a very loud tone of voice, with his sister, who is just as little delicate.
This scene which I have to witness every morning, besides annoying me a lot, after a few hours becomes also boring and disturbing, because during the videolessons I can`t keep the windows open and let some air in, for fear that, with the microphone on, you might hear inappropriate words. The thing that cheers me up a bit are the little chats we have with the whole class in videoconference waiting for the teacher to arrive. Hearing the voices of my classmates cheers me up and I try to imagine them in the class: me and Mattia turning to talk with Sofia and Giada; Giorgia arguing with Rauco and Michele sleeping in her place as usual; it`s difficult to imagine them only by the sound of their voices but right now it`s the only thing I can do.
During the videolessons I don`t feel at all in class because at home there is no noise that reminds me of my classroom, because everyone of the family is closed in their own room and you don`t hear noises like those produced by pencils and pens falling down, whispers in the background, pages of the book that are flipped through; instead of the noise of the computer turned on every hour, in my classroom I could listen to people`s breath and some of their coughs, which, heard every day, are now part of my routine. ... instead, now, all too often I hear the most total silence and talking is just a voice behind a screen that makes it a bit metallic, not real:, what saddens me and makes me miss even the smallest details of my daily life before the Coronavirus emergency.
When lunch time comes, I`m happy just because I can eat, because even lunch time is very distressing because we don`t talk anymore about what we did at school and how the day went in general, so, instead of our voices, there is always and only the voice of the journalists on TV talking about this epidemic:, I`m quite tired of that, I`ve heard so many interviews that I could guess with my eyes closed which journalist is talking!
During my monotonous afternoon I don`t do anything at all: sometimes I go out for a walk and sunbathe and hear the sound of nature, for example the river that flows slowly and gives me a sense of inner peace: before with the noise of cars I had never been able to hear it; or, the sound of lizards walking among the plants and I go away quickly, since I am very afraid of reptiles.
For the rest of the day I exercise outdoors or listen to music, but during this time it makes me even sadder. I very much hope to be able to hear again very soon the noise when I walk down the street, the screams of my mother to get me out of bed but, above all, I hope to be able to hear my friends` laughter and look them straight in the eye and then hug them and tell them how much I missed them.
It may seem strange to say, but I also miss school very much with the chaos that there is at playtime in the corridors and with the reproaches of the teachers when we do not keep silent, because, in addition to habits, even the noises that had entered our minds, once we no longer hear them with the same frequency, we realize that something has changed.
2020
2020: Ich dachte, es wäre mein Jahr, stattdessen bin ich dabei, die besten Momente meiner Jugend in meinem dunklen und stillen Schlafzimmer zu vergeuden. Bis vor einigen Monaten wachte ich jeden Morgen mit den Schreien meiner Mutter auf, die darauf bestand, dass ich aufstehe, dass es spät ist und dass ich den Bus verpasse, und ohne mich allzu sehr um ihre Stimme zu kümmern, drehte ich mich im Bett um und schlief wieder ein.
Jetzt wache ich jeden Morgen mit dem langweiligen Klingeln des Samsung-Weckers auf, der mich sofort mit dem falschen Fuß aufstehen lässt, und um während des Tages keine anderen "schmerzhaften Geräusche" zu hören, stelle ich ihn sofort auf Leise. Ich öffne die Fenster und höre das Gezwitscher der Vögel, das mich ein wenig aufmuntert und mir die Kraft gibt, dem Tag mit einem Lächeln entgegenzusehen, aber sobald ich vom blauen Himmel herabblicke, sehe ich meinen Nachbarn, der, rau wie immer, die Zylinder aus dem Lieferwagen entlädt und sie sanft in den Lagerraum wirft und dabei ein großes Getue macht; und mit seiner Anmut streitet er dann heftig, mit einem sehr lauten Tonfall, mit seiner Schwester, die ebenso wenig zartfühlend ist.
Diese Szene, die ich jeden Morgen miterleben muss, ärgert mich nicht nur sehr, sondern wird nach ein paar Stunden auch langweilig und beunruhigend, weil ich während des Videotrainings die Fenster nicht offen halten und Luft hereinlassen kann, aus Angst, dass man mit eingeschaltetem Mikrofon unpassende Worte hört. Was mich ein bisschen aufmuntert, sind die kleinen Gespräche, die wir mit der ganzen Klasse in Videokonferenz führen und auf die Ankunft des Lehrers warten. Die Stimmen meiner Mitschülerinnen und Mitschüler zu hören, heitert mich auf, und ich versuche, sie mir in der Klasse vorzustellen: Mattia und ich drehen uns um, um mit Sofia und Giada zu sprechen; Giorgia streitet sich mit Rauco und Michele, die wie immer an ihrer Stelle schlafen; es ist schwierig, sie mir nur durch den Klang ihrer Stimmen vorzustellen, aber im Moment ist es das Einzige, was ich tun kann.
Während des Videounterrichts fühle ich mich in der Klasse überhaupt nicht wohl, denn zu Hause gibt es keinen Lärm, der mich an mein Klassenzimmer erinnert, denn jeder in der Familie ist in seinem eigenen Zimmer geschlossen und man hört keine Geräusche, wie sie von herunterfallenden Stiften und Bleistiften, Flüstern im Hintergrund, Seiten des Buches, die durchgeblättert werden, erzeugt werden; statt des Lärms des stündlich eingeschalteten Computers konnte ich in meinem Klassenzimmer den Atem der Menschen und einige ihrer Hustengeräusche hören, die, jeden Tag gehört, jetzt Teil meiner Routine sind. ... stattdessen höre ich jetzt allzu oft die vollkommenste Stille, und das Sprechen ist nur eine Stimme hinter einem Bildschirm, die es ein wenig metallisch, nicht real macht: was mich traurig macht und mich dazu bringt, selbst die kleinsten Details meines täglichen Lebens vor dem Coronavirus-Notfall zu verpassen.
Wenn die Mittagspause kommt, bin ich glücklich, weil ich einfach essen kann, denn schon die Mittagspause ist sehr beunruhigend, weil wir nicht mehr darüber reden, was wir in der Schule gemacht haben und wie der Tag im Allgemeinen verlief, also gibt es statt unserer Stimmen immer und nur noch die Stimme der Journalisten im Fernsehen, die über diese Epidemie sprechen:, ich bin es ziemlich leid, ich habe so viele Interviews gehört, dass ich mit geschlossenen Augen ahnen konnte, welcher Journalist spricht!
Während meines eintönigen Nachmittags tue ich überhaupt nichts: Manchmal gehe ich spazieren und sonne mich und höre die Geräusche der Natur, zum Beispiel den Fluss, der langsam fließt und mir ein Gefühl des inneren Friedens gibt: vorher hatte ich ihn bei dem Lärm der Autos nie hören können; oder das Geräusch von Eidechsen, die zwischen den Pflanzen spazieren gehen, und ich gehe schnell weg, da ich große Angst vor Reptilien habe.
Den Rest des Tages trainiere ich im Freien oder höre Musik, aber in dieser Zeit macht es mich noch trauriger. Ich hoffe sehr, sehr bald wieder den Lärm hören zu können, wenn ich die Straße hinuntergehe, die Schreie meiner Mutter, die mich aus dem Bett holen will, aber vor allem hoffe ich, das Lachen meiner Freunde hören zu können und ihnen direkt in die Augen sehen und sie dann umarmen und ihnen sagen zu können, wie sehr ich sie vermisst habe.
Es mag merkwürdig erscheinen, das zu sagen, aber ich vermisse die Schule auch sehr, mit dem Chaos, das auf den Fluren beim Spielen herrscht, und mit den Vorwürfen der Lehrer, wenn wir nicht still sind, denn neben den Gewohnheiten, selbst die Geräusche, die uns in den Sinn gekommen sind, merken wir, wenn wir sie nicht mehr mit der gleichen Frequenz hören, dass sich etwas verändert hat.
2020
2020 : Je croyais que c`était mon année, mais je me retrouve à gâcher les meilleurs moments de mon adolescence dans ma chambre sombre et silencieuse. Chaque matin jusqu`à il y a quelques mois, je me réveillais avec les cris de ma mère qui insistait pour que je me lève, qu`il était tard et que je raterais le bus et que, sans trop me soucier de sa voix, je me retournais dans mon lit et me rendormais.
Maintenant, je me réveille chaque matin avec cette ennuyeuse sonnerie de réveil Samsung qui me fait me lever immédiatement du mauvais pied et pour ne pas entendre d`autres "sons douloureux" pendant la journée, j`applique immédiatement le silencieux. J`ouvre les fenêtres et j`entends le gazouillis des oiseaux, ce qui me remonte un peu le moral et me donne la force d`affronter la journée avec le sourire, mais dès que je regarde le ciel bleu, je vois mon voisin qui, rude comme d`habitude, décharge les cylindres de la camionnette et les jette doucement dans la réserve, en faisant grand cas ; et avec sa grâce, il se dispute alors férocement, d`un ton très fort, avec sa sœur, qui est tout aussi peu délicate.
Cette scène à laquelle je dois assister chaque matin, en plus de m`ennuyer beaucoup, devient après quelques heures également ennuyeuse et dérangeante, parce que pendant les vidéoconférences, je ne peux pas garder les fenêtres ouvertes et laisser entrer de l`air, de peur que, le microphone étant allumé, vous n`entendiez des mots inappropriés. Ce qui me réconforte un peu, ce sont les petites discussions que nous avons avec toute la classe en vidéoconférence en attendant l`arrivée du professeur. Entendre les voix de mes camarades de classe me remonte le moral et j`essaie de les imaginer dans la classe : moi et Mattia nous retournant pour parler avec Sofia et Giada ; Giorgia se disputant avec Rauco et Michele dormant à sa place comme d`habitude ; il est difficile de les imaginer uniquement au son de leurs voix mais pour l`instant c`est la seule chose que je puisse faire.
Pendant les vidéoconférences, je ne me sens pas du tout en classe parce qu`à la maison, il n`y a pas de bruit qui me rappelle ma salle de classe, parce que chaque membre de la famille est enfermé dans sa propre chambre et on n`entend pas de bruits comme ceux produits par les crayons et les stylos qui tombent, les chuchotements en arrière-plan, les pages du livre que l`on feuillète ; au lieu du bruit de l`ordinateur allumé toutes les heures, dans ma classe, je pouvais écouter la respiration des gens et certaines de leurs toux, qui, entendues tous les jours, font maintenant partie de ma routine ... au lieu de cela, maintenant, j`entends trop souvent le silence le plus total et le fait de parler n`est qu`une voix derrière un écran qui le rend un peu métallique, pas réel : ce qui m`attriste et me fait manquer même les plus petits détails de ma vie quotidienne avant l`urgence du Coronavirus.
Quand vient l`heure du déjeuner, je suis heureuse parce que je peux manger, parce que même l`heure du déjeuner est très pénible parce que nous ne parlons plus de ce que nous avons fait à l`école et de la façon dont la journée s`est déroulée en général, donc, au lieu de nos voix, il y a toujours et seulement la voix des journalistes à la télévision qui parlent de cette épidémie : j`en ai assez de cela, j`ai entendu tellement d`interviews que je pourrais deviner les yeux fermés quel journaliste parle !
Pendant mon après-midi monotone, je ne fais rien du tout : parfois, je me promène, je prends un bain de soleil et j`entends le bruit de la nature, par exemple la rivière qui coule lentement et me donne un sentiment de paix intérieure : auparavant, avec le bruit des voitures, je n`avais jamais pu l`entendre ; ou encore, le bruit des lézards qui marchent parmi les plantes et je m`en vais rapidement, car j`ai très peur des reptiles.
Le reste de la journée, je fais de l`exercice en plein air ou j`écoute de la musique, mais pendant ce temps, cela me rend encore plus triste. J`espère vraiment pouvoir entendre à nouveau très bientôt le bruit quand je marche dans la rue, les cris de ma mère pour me sortir du lit mais, surtout, j`espère pouvoir entendre les rires de mes amis et les regarder droit dans les yeux, puis les serrer dans mes bras et leur dire combien ils m`ont manqué.
Cela peut paraître étrange à dire, mais l`école me manque aussi beaucoup avec le chaos qui règne dans les couloirs et avec les reproches des professeurs quand on ne se tait pas, parce que, outre les habitudes, même les bruits qui nous étaient entrés dans la tête, une fois qu`on ne les entend plus avec la même fréquence, on se rend compte que quelque chose a changé.
2020
2020: Pensé que era mi año, pero me encuentro desperdiciando los mejores momentos de mi adolescencia en mi oscuro y silencioso dormitorio. Cada mañana, hasta hace unos meses, me despertaba con los gritos de mi madre que insistía en que me levantara, que era tarde y que perdería el autobús y que, sin importarle mucho su voz, me daba la vuelta en la cama y me volvía a dormir.
Ahora me despierto todas las mañanas con ese aburrido timbre del despertador Samsung que me hace levantarme inmediatamente con el pie izquierdo y para no oír otros "sonidos dolorosos" durante el día me aplico inmediatamente el silencioso. Abro las ventanas y oigo el gorjeo de los pájaros, que me anima un poco y me da fuerzas para afrontar el día con una sonrisa, pero en cuanto miro desde el cielo azul veo a mi vecino que, tosco como de costumbre, descarga los cilindros de la furgoneta y los tira suavemente al almacén, armando un gran alboroto; y con su gracia, entonces, se pelea ferozmente, con un tono de voz muy alto, con su hermana, que es igual de poco delicada.
Esta escena que tengo que presenciar todas las mañanas, además de molestarme mucho, después de unas horas se vuelve también aburrida y perturbadora, porque durante las videolecciones no puedo mantener las ventanas abiertas y dejar entrar el aire, por miedo a que, con el micrófono encendido, se puedan oír palabras inapropiadas. Lo que me anima un poco son las pequeñas charlas que tenemos con toda la clase en videoconferencia esperando a que llegue el profesor. Escuchar las voces de mis compañeros de clase me anima e intento imaginarlos en la clase: Mattia y yo volviéndonos a hablar con Sofía y Giada; Giorgia discutiendo con Rauco y Michele durmiendo en su lugar como de costumbre; es difícil imaginarlos sólo por el sonido de sus voces pero ahora mismo es lo único que puedo hacer.
Durante las videolecciones no me siento en absoluto en clase porque en casa no hay ningún ruido que me recuerde a mi aula, porque cada uno de los miembros de la familia está encerrado en su propia habitación y no se oyen ruidos como los que producen los lápices y bolígrafos al caer, susurros de fondo, páginas del libro que se hojean; en lugar del ruido del ordenador encendido cada hora, en mi aula podía escuchar la respiración de la gente y algunas de sus toses, que, oídas todos los días, forman ahora parte de mi rutina. ... en cambio, ahora, con demasiada frecuencia oigo el más total silencio y hablar es sólo una voz detrás de una pantalla que lo hace un poco metálico, no real:, lo que me entristece y me hace perder hasta los más pequeños detalles de mi vida cotidiana antes de la emergencia del Coronavirus.
Cuando llega la hora del almuerzo, estoy feliz sólo porque puedo comer, porque incluso la hora del almuerzo es muy angustiosa porque ya no hablamos de lo que hicimos en la escuela y de cómo fue el día en general, así que, en lugar de nuestras voces, siempre y sólo la voz de los periodistas en la televisión habla de esta epidemia:, estoy bastante cansado de eso, he escuchado tantas entrevistas que podría adivinar con los ojos cerrados qué periodista está hablando!
Durante mi tarde monótona no hago nada en absoluto: a veces salgo a pasear y tomo el sol y escucho el sonido de la naturaleza, por ejemplo el río que fluye lentamente y me da una sensación de paz interior: antes con el ruido de los coches nunca había podido escucharlo; o, el sonido de los lagartos caminando entre las plantas y me voy rápidamente, ya que tengo mucho miedo a los reptiles.
El resto del día hago ejercicio al aire libre o escucho música, pero durante este tiempo me pone aún más triste. Espero poder volver a oír muy pronto el ruido cuando camino por la calle, los gritos de mi madre para sacarme de la cama pero, sobre todo, espero poder oír las risas de mis amigos y mirarlos directamente a los ojos y luego abrazarlos y decirles cuánto los extrañé.
Puede parecer extraño decirlo, pero también echo mucho de menos la escuela con el caos que hay a la hora de jugar en los pasillos y con los reproches de los profesores cuando no guardamos silencio, porque, además de los hábitos, incluso los ruidos que habían entrado en nuestra mente, una vez que ya no los oímos con la misma frecuencia, nos damos cuenta de que algo ha cambiado.
Julia Podufalski
Bildungszentrum für Augenoptik und Optometrie, München/Germany (1999) on 2020-09-30